La farfalla arcobaleno
L’avventura di una piccola farfalla che attraverso lo yoga ridona i colori al mondo
“Anche se si è piccoli, per fare grandi cose basta mettersi in gioco”
L’avventura di una piccola farfalla che attraverso lo yoga ridona i colori al mondo
“Anche se si è piccoli, per fare grandi cose basta mettersi in gioco”
In un mondo grigio, nel quale regna una grande tristezza, nasce Iris una piccola farfalla arcobaleno. Iris non sa quanto è speciale ma lei è chiamata a cambiare quel mondo, mettendosi in gioco senza riserve. “Solo viaggiando in luoghi lontani e con posizioni molto speciali potrai colorare tutto ciò che ti circonda” con queste parole il vento suggerisce ad Iris cosa fare.
Così inizia il viaggio della piccola ma coraggiosa farfalla. Iris incontrerà nuovi amici e, grazie a loro, scoprirà il vero modo per colorare tutto ciò che la circonda. Aristide l’orso un pò scontroso, Kara il drago che nuota e sorride, Sofia la vecchia e saggia tartaruga sono solo alcuni dei molti amici che accompagneranno Iris durante il cammino. Ognuno con una storia da raccontare e qualcosa da insegnare.
Questo racconto può essere letto come una normale fiaba ma può anche essere vissuto dinamicamente. Infatti durante l’avventura la protagonista impara alcune posizioni di yoga che possono fornire uno spunto per una sequenza di yoga adatta ai bambini. Delle colorate e giocose illustrazioni aiuteranno nell’esecuzione degli asana.
Non è necessario essere insegnanti di yoga per imparare qualcosa dell’antica disciplina, basta aver voglia di scoprire un mondo nuovo e meraviglioso, che dona equilibrio a livello fisico, mentale e spirituale.
“… Mi lasciai cullare dal vento giungendo in luoghi lontani e sconosciuti. Il mondo era bellissimo ma triste senza alcun colore. Il viaggio durò per diversi giorni ed iniziavo ad essere stanca quando feci un incontro davvero speciale che cambiò per sempre la mia vita.
Tra gli alberi di un bosco, un’enorme figura scura frugava tra i cespugli. Non fu difficile avvicinarmi senza farmi sentire con tutto il rumore che quel gigante faceva. Mi posai su un ramo e restai a guardare per un po’ quell’enorme montagna di pelo. Era un animale che non avevo mai visto prima. Doveva avere una forza formidabile, vedendo la facilità con la quale scuoteva i rami delle piante più grosse, alla ricerca di qualche bacca da mangiare.
Ero sempre più incuriosita dallo spettacolo, finché decisi di chiamarlo.
“Ciao, chi sei?” domandai con tutta la voce che avevo in corpo.
“Ma…chi ha parlato? dove sei?”
“Sono qui, in alto, sopra di te!”
Infatti per non essere travolta dal gigante ero volata sui rami più alti di una pianta.
“Ah eccoti lì! Come sei piccola! E tu chi saresti?”
Si alzò sulle zampe posteriori finché il suo muso non fu alla mia altezza. Non avevo mai visto un animale tanto grande e forte prima d’ora.
Avrebbe potuto mangiarmi in un solo boccone ma non mi faceva paura, sentivo in fondo al cuore che si trattava di un amico.
“Il mio nome è Iris e sono una farfalla arcobaleno,
e tu come ti chiami?”
“Io sono l’orso Aristide e ora se non ti dispiace…” e si allontanò alla ricerca delle sue bacche preferite.
“L’orso deve essere un animale scontroso” pensai ma mi guardai bene dal contraddirlo.
“Posso aiutarti a raccogliere le bacche più alte se vuoi”
“No! faccio da solo.”
E infatti non aveva nessun bisogno del mio aiuto grande e grosso com’era poteva raggiungere anche i rami più alti e quando non riusciva con una forza spaventosa li piegava con una sola zampa, per raccogliere i frutti che gli piacevano tanto.
“Che frutti stai raccogliendo?” gli chiesi.
“Ma le farfalle sono tutte chiacchierone come te?”
mi disse Aristide un po’ seccato.
Inutile dirvi che ci rimasi male e non gli rivolsi la parola per un pò. Me ne stavo tutta imbronciata sopra una foglia quando con mia grande sorpresa l’orso si abbassò verso di me porgendomi una piccola fragola di bosco.
“Tieni, hai l’aria un po’ stanca. Da dove vieni?”
Ero troppo contenta! La fragola era buonissima e stavo per conoscere il mio primo amico orso.
Gli raccontai la mia storia, di quello che mi aveva detto il vento e del viaggio che avevo iniziato.
Per qualche istante l’orso si sedette a pensare alle mie parole. Il racconto lo aveva incuriosito ma non aveva idea del significato delle parole del vento…”